Dal secolo XIII (1250 circa) al sec. XX (1933) a Montevecchia furono costruite tredici chiese: così nei documenti dell'Archivio Storico Diocesano di Milano (A.S.D.M.), dove sono custoditi i volumi delle Visite Pastorali nella pieve di Missaglia (da cui dipendeva Montevecchia). E così è scritto nei Documenti dell'Archivio Parrocchiale di Montevecchia (A.P.M.). In questi documenti le chiese piccole sono chiamate "Oratori" (da "orare" - pregare). In ordine storico gli Oratori e chiese di Montevecchia possono essere elencati così: 1 . Chiesa S. Giovanni Decollato - in cima al colle:sec. XIII-XVII2 . Oratorio S. Rocco - al Belsedere: sec. XVI3 . Oratorio S. Maria Maddalena - ubicazione ignota:sec. XVI4 . Oratorio S. Bernardo - in alta collina: sec. XVI5 . Oratorio S. Mauro - al Passone: 16526 . Oratorio S. Giuseppe - a Ostizza: sec. XVII7 . Oratorio S. Maria Immacolata - in Valfredda: 16698 . Oratorio S. Maria Immacolata - al Colombè: 17549 . Oratorio S. Francesco: al Palazzetto: sec. XVII10 . Oratorio Beata Vergine- a Pertevano: sec. XVIII11 . Chiesetta S. Anna - nella Villa Agnesi (Azzoni):sec. XVIII12 . Chiesetta ß.V. del Monte Carmelo - nel cimitero: 190413 . Chiesa parrocchiale S. Giovanni Battista Martire (1925-1933)
1) Chiesa "S. Giovanni Decollato" (ora Santuario) L'attuale Santuario "Beata Vergine del Monte Carmelo", come si presenta oggi, fu costruito tra il 1571 e il 1636. Al 1571 infatti risale la mappa allegata alla prima Visita Pastorale di S. Carlo, che produce lo schizzo a penna della chiesa in cima al colle: con gradinata, porta di ingresso e campanile. Il 1636 è la data che si può leggere distintamente sull'intonaco della cantina, sotto il pavimento centrale del Santuario. Ma già all'inizio del sec. XIII esisteva una chiesetta dedicata a "S. Giovanni Battista in Montaegia", come attesta Goffedro da Bussero nel "Liber Santorum" (G. Vigotti: "La diocesi di Milano alla fine del sec. XIII" - Roma 1974). Questa Chiesa duecentesca era una semplice cappellania che dipendeva dalla parrocchia e pieve di Missaglia. Infatti nell'archivio parrocchiale si legge che nel 1490 il "presbiterio Giacomino da Regibus de Ello era rettore della chiesa di S. Giovanni Decollato": "rector" = rettore, cappellano, non parroco. Nel 1564 la chiesa "S. Giovanni Battista in Montaegia" risulta parrocchia, con il parroco Giovanni Antonio Ponzone (1564-1592), come attesta la prima registrazione di Matrimonio fra "Pietro, figliolo di Antonio Scachabarozzo in Lomaniga, et Angiola di Pietro da Canzirago in Montanecchia... adì 15 8bre 1564" (A.P.M.). L'attuale Santuario fu chiesa parrocchiale, sempre dedicata a S. Giovanni Battista Decollato (compatrona la ß.V. del M. Carmelo), fino al 1933, quando il beato card. I. A. Schuster consacrò la chiesa in via Belvedere. Questa divenne la chiesa parrocchiale, dedicata a S. Giovanni Battista Decollato; quella sul colle divenne Santuario "B.V. del M. Carmelo", consacrato nel 1945 (vedere lapidi nel Santuario e notizie storiche nel libro "Il Santuario B.V. del M. Carmelo a Montevecchia" ed. Nodo libri 1995).
2) Oratorio di S. Rocco - al Belsedere Nel 1567 il gesuita Leonetto Clivone è incaricato da S. Carlo di visitare la chiesa di "S. Giovanni Decollato a Montevecchia", riconosciuta come parrocchia autonoma dalla pieve di Missaglia solo tre anni prima (1564). Dalla suddetta visita del Clivone risulta che a Montevecchia esisteva un Oratorio di S. Rocco. Sette anni più tardi, l'annotazione di Leonetto Clivone è confermata dagli atti della prima Visita Pastorale di S. Carlo alla parrocchia di Montevecchia: 18 agosto 1571. Infatti S. Carlo lascia scritto: "All'oratorio S.to Rocho dove si dice al belsedere se levi l'altare ne vi celebri più et si tenghi serrato dinanci che no si possi entrare animali" (A.S.D.M. e A.P.M.)
3) Oratorio di S. Maria Maddalena - Ubicazione ignota Dai documenti redatti dal gesuita Leonetto Clivone risulta anche l'oratorio dedicato a S. Maria Maddalena, fatto costruire per volontà di Luigi Mantegazza (A.S.D.M. vol. XL). Ignota l'ubicazione. S. Carlo nella Visita Pastorale del 1571 ordina: "Si levi l'altare che è in questa cappelletta ne più vi si celebri messa et si tenghi serrata dinanci che non si possi entrare animali" (A.P.M.)
4) Oratorio di S. Bernardo Come già pubblicato nel volume "Chiesetta San Bernardo", a cura della Parrocchia (ed. Bierre - 2001), la costruzione dell'Oratorio S. Bernardo avvenne probabilmente in due tempi: il nucleo originario prima del 1571; l'ampliamento entro il 1589. Infatti al 1571 risale la mappa allegata alla prima Visita Pastorale di S. Carlo, che riproduce lo schizzo della chiesetta S. Bernardo. Il 1589 è la data di costruzione incisa sopra il portale d'ingresso. Fondatore dell'Oratorio fu Giovanni Antonio Scaccabarozzi, nativo di Montevecchia, ma residente a Milano, come canonico della Collegiata "S. Maria alla Scala". L'oratorio fu consacrato dall'arcivescovo Gaspare Visconti il 20 agosto 1593 (A.C.A.M., vol. 45 e lapidi marmoree interne). Nel 1611 è visitato dal card. Federico Borromeo, che lo descrive: "Tutto adornato di sacre pitture" e abbellito da "una splendida icona, nella quale sono dipinte le immagini dell'Assunzione, della B. Vergine Maria e dei santi Ambrogio e Bernardo" (A.C.A.M. Visita P. Federico Borromeo). Nel 1757 il card. Pozzobonelli annota che l'edificio "è in stato di oblio, per non dire in desolazione" (A.C.A.M. vol. 45). In seguito la chiesetta subisce vari passaggi di proprietà. Nel 1914 chiesetta e casa del cappellano sono di proprietà della parrocchia. Tra la prima e la seconda guerra mondiale le pareti interne sono tinteggiate come un semplice magazzino. Nel 1945, il parroco, dietro suggerimento di persone anziane, osa raschiare un lembo di tinteggiatura, "ed ecco apparirgli come in penombra una figura ... " (A.P.M.). Con il restauro 1994-2000 l'intero cielo pittorico cinquecentesco è riportato completamente alla luce: nove affreschi, riproducenti figure di santi (s. Gerolamo, s. Francesco, s. Caterina d'Alessandria, s. Pietro, s. Giovanni Battista, s. Antonio, s. Giacomo, gruppo di santi con Maria ss., s. Margherita); la sinopia (sotto la pala appesa nel- l'abside); il cornicione in cotto; le croci della consacrazione: fregi simbolici, festoni floreali, finti marmi e finte colonne. Festa liturgica e dedicazione: 20 agosto.
5) Oratorio S. Mauro Nel 1652 "il fu reverendo s. Gio. Pietro Mauro fondò l'Oratorio di Sant Mauro al Passone in Montevecchia... L'anno poi 1669 detto fondatore istituì un legato di messe cinque": così scrive il sacerdote milanese Pietro Antonio Visconti il 15 gennaio 1673 (A.P.M.). Nel 1716 l'Oratorio viene visitato dall'arciprete Antonio Corneliani, il quale ricorda che da poco è stata dipinta la pala di S. Mauro. Nel 1757 il card. Pozzobonelli, in Visita Pastorale, lascia scritto che l'Oratorio ha un solo altare. Il 16 luglio 1789 il prevosto di Missaglia Baldassarre Ferni stende una relazione sulla parrocchia di Montevecchia (che comprende "35 cassine e sono anime 551 "), nella quale vi si legge, che l'Oratorio pubblico di s. Mauro è jus patronato dei Piantanida (A.P.M.). Il parroco Antonio Villa (1791-1809) a sua volta precisa: "Oratorio di s. Mauro al Passone verso Oriente, posto alle radici della faticosa salita di tre quarti di miglio per andare alla parrocchia, jus patronato e mantenuto dalla Casa Piantanida" (A.P.M.). Nel 1906, in occasione della Visita Pastorale del beato card. Andrea Carlo Ferrari, il parroco Giuseppe Arrigoni scrive che "l'Oratorio s. Mauro venne eretto verso l'anno 1660 dal parroco Gio Pietro Mauro... Ora però di detto beneficio (il legato) non esiste più nulla, tranne la manutenzione che è a carico del proprietario suddetto Villa Angelo. Il detto Oratorio è stato benedetto e trovasi in lodevole stato e ben arredato". Nel 1934 la chiesetta di s. Mauro è visitata dal beato card. A.I. Schuster, il quale decreta: "la chiesetta appartiene alla parrocchia" (A.P.M.). Dal 1926 al 1953 è gestita da Padri Missionari della Consolata, che, nel 1939-40, la fanno abbellire con affreschi missionari. Autori: Cescotti Antonio e Briani Giovanni della scuola Artigianelli di Monza
6) Oratorio S. Giuseppe - Ostizza Risale alla fine del 1600, o all'inizio del 1700. Infatti nell'Archivio parrocchiale risulta che il vicario foraneo di Missaglia ricevette l'autorizzazione di ribenedire l'Oratorio di Ostizza, "recens instauratum (recentemente restaurato) 8 maggio 1706". La ribenedizione avvenne il 27 giugno 1706: "... L'Oratorio di Ostizza dedicato al glorioso S. Giuseppe, è stato benedetto dal M° R° Sig. P. Carlo Francesco Micheli prevosto di Missaglia. Quarta domenica di giugno" (A.P.M.) Il 26 maggio 1757 il card. Giuseppe Pozzobonelli, in visita pastorale a Montevecchia, descrive l'Oratorio di Ostizza (con "pavimenti molto umidi, per scolo di acque") e lo chiama "Oratorio S. Apollinare". Infatti in quegli anni era di proprietà delle monache di S. Apollinare di Milano. Il parroco Antonio Villa (1791-1809) lo ricorda invece con il titolo di S. Giuseppe: "In Ostizza, Cassinaggio grande al confine della parrocchia distante un miglio tra Ponente ed il Mezzodì jus patronato di casa Aresi Lucini da lui mantenuto per comodo dello stesso Cassinaggio, e cassine poco distante... Si facevano celebrare dal monastero soppresso di S. Apollinare in Milano messe 54; in oggi non si fare celebrare e si dice che fosse pura devozione delle Rev. de Madri" (A.P.M.) Nel 1906 (con la Visita Pastorale del card. Ferrari e con il parroco don Giuseppe Arrigoni), proprietario dell'Oratorio S. Giuseppe risulta Beretta Giacomo. Nel 1940 il card. Schuster insiste che "si procuri di ripararla dall'umidità" (A.P.M.). Per ovviare alla suddetta umidità, un primo tentativo è stato fatto nel 1984, con il rifacimento del pavimento, a vespaio; e rifacimento del tetto. L'esito insoddisfacente ha convinto la parrocchia ad un ultimo intervento radicale, iniziato nel 1999 e tuttora in fase di conclusione.
7) Oratorio S. Maria Immacolata - Valfredda Risale al 1650-60, come si può dedurre dal testamento di Caterina Assandri (17 luglio 1669). In detto testamento la sig. Caterina stabilisce che vengano celebrate delle messe nell'Oratorio di Valfredda. Nel 1716 l'arciprete Corneliani, incaricato dalla Curia, visita la parrocchia di Montevecchia con i vari Oratori, tra cui quello di Valfredda intitolato alla "Beata Vergine". Nel 1757 il card. Pozzobonelli annota a sua volta che l'Oratorio è dedicato alla "Beata Vergine Immacolata" (A.P.M.). Nel 1808 il sig. Giovanni Maderna risulta proprietario dell'intero cascinale; della sua villa e dell'Oratorio: il quale era situato "in luogo troppo umido e indecente soggetto alla sorgente d'acqua". Per questo motivo il proprietario indirizza una lettera al Ministero del Culto, chiedendo di poter traslocare l'Oratorio "in luogo poco distante e più vicino all'abitato per renderlo più decente e più salubre" (A.P.M.). Il parroco Antonio Villa e il prevosto di Missaglia, interpella ti dalla Curia, suggerirono di trasferire l'Oratorio: "in una piccola sala con bella sopravolta, capace però e sufficiente al bisogno, posto fra mezzo ad una casa". Il 24 febbraio 1808 il Ministro del Culto concede l'autorizzazione: "Demolendosi poscia l'antico, ritenute le solite pratiche canoniche" (A.P.M.). Fino ai primi decenni del '900 l'Oratorio di Valfredda era funzionante, come da testimonianza di ultimi parrocchiani (Limonta) di "Casa del Soldato". Dalla Visita Pastorale del card. Ferrari (1906), proprietario dell'Oratorio di Valfredda risultava Sala Paolo: il quale attestava che anche il monumentale camino in pietra lavorata, con tanto di stemma araldico (aquila sormontante tre strisce oblique), tuttora visibile in casa parrocchiale, proveniva dalla villa Maderna di Valfredda.
8) Oratorio S. Maria Immacolata - del Colombè Fu edificato nel 1754 da Raimondo Giussani. Il cardinal Pozzobonelli, nella Visita Pastorale del 1757, riferisce di una tela raffigurante l'Immacolata, entro una elaborata cornice in gesso (A.S.D.M. Visite Pastorali Pieve di Missaglia, vol. XLV). A questo proposito si può ipotizzare che, la tela dell'Immacolata tuttora appesa nella cappella parrocchiale e recentemente restaurata, provenga dal suddetto Oratorio del Colombè, o dall'originario Oratorio di Valfredda, dal momento che ambedue erano dedicati all'Immacolata. Il 13 luglio 1789 Baldassare Ferni, vicario foraneo della Pieve di Missaglia, ribadisce che l'Oratorio dell'Immacolata al Colombè è jus patronato della casa Giussani (A.P.M.). Qualche anno dopo il parroco Antonio Villa (1791- 1809) lo descrive cosi: "Oratorio dell'Immacolata al Colombaro ultima cassina tra il mezzodì ed il levante distante poco più d'un miglio jus Patronato del cittadino Francesco Maggioni da lui mantenuto per comodo come sopra" (A.P.M.).
9) Oratorio S. Francesco - al Palazzetto Probabile origine seicentesca, poiché nel 1704 il Vicario foraneo di Missaglia ne verificava le cattive condizioni in cui versava (A.C.A.M. Pieve di Missaglia, vol. XVI). Nel 1716 l'Oratorio di S. Francesco è visitato dall'arciprete Corneliani, che raccomanda di migliorare l'entrata e di sistemare le finestre. Nel 1757 il card. Pozzobonelli a sua volta decreta di completare l'altare con una Croce e di rifare la pavimentazione (A.P.M.). Nel 1789 ne risulta proprietaria la famiglia Arrigoni. Nel 1897 il card. Ferrari, in Visita Pastorale dispone: "Si procuri il restauro generale dell'Oratorio, soprattutto del tetto e della volta. Si facciano i debiti restauri della statua di S. Francesco" (A.P.M.). Nel 1906 il parroco Arrigoni scrive: "Oratorio di S. Francesco d'Assisi (proprietà Caprotti). Non si conosce la data della costruzione, è in stato deplorevole, non consacrato, con un solo altare ove avvi una statua il legno di S. Francesco, che abbisogna di restauri" (A.P.M.). Probabile demolizione quando fu ristrutturato l'attuale edificio detto "Palazzetto": verso il 1950 (come da testimonianze di parrocchiani tuttora viventi).
10) Oratorio ß.M. Vergine Assunta - a Pertevano Risale ai primi decenni del 1700. Si hanno notizie da un documento di Archivio, non datato ma dalla grafia identica a documenti datati (registro parrocchiale dei morti 1728-1733). "Nell'Oratorio B.M. Vergine Assunta che si trova in detto Pertevano (vi è) l'obbligo per dote di quattordici Messe per disposizione dell'Ill.mo sig. Pietro Francesco de Rubeis canonico della basilica laurentiana" (A.P.M.). Il suddetto Oratorio è stato funzionante fino agli anni 1945-50, come da testimonianze di parrocchiani tuttora viventi.
11) Oratorio di S. Anna - in Villa Agnesi L'attuale Villa Agnesi, ai piedi della gradinata del Santuario, risale ai primi decenni del 1700, quando il conte Carlo Ambrogio Brivio era proprietario del feudo di Montevecchia. Pietro Agnesi e Anna Brivio, genitori di Maria Gaetana, acquistarono il feudo di Montevecchia dai parenti Brivio, per ottenere l'investitura senatoriale. Nell'interno della Villa patrizia è tuttora visibile una bella cappella dedicata a S. Anna, con due piccole cupole: una sopra l'aula, aperta al piano superiore; e l'altra sopra il presbiterio; ambedue affrescate con angeli svolazzanti. Balaustre in marmo policromo e mensa sostenuta da un pregiato altorilievo raffigurante la Natività. Il vicolo che fiancheggia la villa, sulla sinistra salendo, è detto appunto "vicolo S. Anna". Nel 1906 (Visita dei card. Ferrari) il parroco Giuseppe Arrigoni lo descrive: "in stato soddisfacente, non consacrato, vi è un solo altare, e raramente si celebra qualche Messa" (A.P.M.). In quegli anni risulta proprietario il conte Albertoni.
12) Chiesetta "ß.V. del M. Carmelo" - nel Cimitero Fu edificata nel 1904: "Questa cappella venne costruita nell'anno 1904. Fu solo benedetta, ha un solo altare, e celebrasi la S. Messa più volte la settimana per devozione dei privati" (parroco Arrigoni - A.P.M.).
13) Chiesa Parrocchiale S. Giovanni Battista Martire Iniziata nel 1925, ultimata nel 1928, consacrata nel 1933. Via Belvedere 49. Voluta dal card. Ferrari nella Visita Pastorale del 1906, per l'insufficiente capienza dell'antica chiesa parrocchiale in cima al colle. La soluzione del problema fu affrontata con cinque progetti: quello dell'ing. Luigi Moretti di Milano, che, nel 1910, su incarico del parroco don Giuseppe Arrigoni, propose l'ampliamento dell'attuale Santuario sul retro; quello dell'arch. Angelo Angelini, pure di Milano, che, su incarico del nuovo parroco don Angelo Morandi, propose di allungare la vecchia chiesa sul davanti, verso la gradinata; quello, sempre dell'Angelini, che prevedeva la completa demolizione dell'attuale Santuario e lo spianamento della sommità della collina fino al livello della Via Crucis. A questo punto fu proposto alla popolazione un referendum per scegliere se allungare la vecchia chiesa sul davanti, o costruirne un'altra presso il Montanè. La maggioranza decise per la nuova chiesa, incaricando ancora l'Angelini: il quale progettò una maestosa costruzione con chiesa superiore e inferiore. Essendo troppo costosa, la proposta dell'Angelini fu accantonata. Il nuovo incarico fu affidato all'arch. Ottavio Cabiati; e nel 1925 iniziarono i lavori, che ci conclusero nel 1927-28. Rimasta non intonacata e con il campanile a pochi metri dalle fondamenta. Nel 1933, 18 aprile, la solenne consacrazione per mano del beato card. A. Ildefonso Schuster. Negli anni 1939-40 furono realizzati gli affreschi del pittore Pietro Cortellezzi della Scuola d'arte "Beato Angelico" di Milano. Nel 1972 fu sistemato il presbiterio secondo le norme liturgiche dei Concilio Vaticano II. Nel 1977-79 fu risolto il problema del sagrato: con una gradinata circolare e una semplice tettoia. Infatti l'imponente pronao del Cabiati non poté essere realizzato, perché l'area del sagrato antistante la facciata era stata ridotta dal tracciato della strada Belvedere, attigua al sagrato stesso. DLC |