I 5 centesimi 1908 del Canonica |
Nel 1902 la Società Italiana per l'arte pubblica, interpretando i desideri di Vittorio Emanuele III, la cui passione numismatica era ben nota, bandì un concorso per modelli di conii della nuova monetazione ufficiale. Il premio fu vinto a pari merito dagli scultori Boninsegna e Trentacoste. Concorso, vincitori e modelli caddero nell'oblio nonostante che Federico Johnson, proprietario dello Stabilimento Johnson di Milano, avesse coniato a dimensione reale i progetti del Boninsegna. Queste prove, nonostante fossero state apprezzate dal Re, non ebbero seguito. Nel 1905 fu creata una Commissione tecnico-artistica monetaria che diede l'incarico di approntare i modelli per la nuova monetazione a quattro noti scultori italiani: Bistolfi, Boninsegna, Canonica e Calandra; lo Stabilimento Johnson ebbe l'incarico di eseguire le prove di detti modelli, tra i quali vennero scelti i tipi della nuova monetazione. Con Regi Decreti, fra il 1908 ed il 1910, fu autorizzata la coniazione delle nuove monete. Tra queste ci furono i 5 centesimi, coniati in seguito al Regio Decreto del 29 ottobre 1908 che approvava i modelli dello scultore Pietro Canonica. I 5 centesimi del Canonica furono battuti con le date 1908, 1909, 1912, 1913, 1915 e 1918. 5 centesimi 1908 D/ VITTORIO - EMANVELE - III - RE - D'ITALIA, busto con testa nuda e in divisa militare a sinistra. R/ L'Italia su prora a sinistra con ramo di lauro; in alto valore, data; sulla prora R in rilievo; sulla fiancata in piccolo P. CANONICA M - // L - Giorgi - I - //. Rame ( R 950, S 40, Z 10 ), g 5, mm 25, contorno liscio, Zecca Roma (marchio R in rilievo), tiratura 824.390 pezzi. Autore P. Canonica, incisore L. Giorgi. Riferimenti: Pagani 892, Corpus 37. Spessissimo ci si imbatte in pezzi falsi del 5 centesimi 1908. Falsi che forse vengono acquistati con una certa superficialità per il prezzo abbastanza basso. Interrogati i collezionisti "buggerati" dicono di aver effettuato i loro acquisti in "mercatini" e di aver pagato dalle 30.000 alle 60.000 lire. Il territorio più saturo di questi falsi è la Valtellina, dove alcuni "traffico-ni" disinvoltamente, fatto rifornimento al mercatino di Milano, hanno ceduto per buoni questi pezzi a collezionisti che in assoluta buona fede li hanno poi usati per scambi. Risultato: se si dovesse fare un censimento sarebbero più numerosi i falsi che non gli autentici. Solitamente la conservazione è splendida ed il colore normalmente scuro viene a volte scurito artificialmente per far sembrare che queste monete abbiano circolato. Ne sono state spacciate veramente tante e viene da sorridere a pensare che questi falsi hanno un particolare molto evidente che li rende diversi dalle monete originali: la R di Roma sulla prora della nave ed i nomi degli artisti appaiono in incuso mentre sugli autentici 5 centesimi 1908 la R ed i nomi sono sempre in rilievo. I falsari ( è proprio vero che il diavolo insegna a fare le pentole ma non i coperchi ) non si sono accorti che la R in incuso insieme alle date e ai nomi è si una caratteristica comune e costan-te di tutti i 5 centesimi battuti dal 1909 al 1918 ma non dei 5 centesimi 1908 i quali - e solo loro - hanno invece la R e i nomi in rilievo: infatti i 5 centesimi 1908, a differenza delle altre annate, sono l'unica moneta ad avere tutte le lettere in rilievo. Altre diversità si notano nel disegno della cifra 5 del valore e dell'8 della data, che nella moneta originale ha la parte superiore più piccola, nei capelli e nei nastri al vento, nel ramo di lauro e nelle due navi all'orizzonte; in particolare nella moneta falsa mancano sulle navi gli alberi di sostegno delle vele. Meno frequente è un'altra falsificazione appartenente alla stessa fami-glia; anch'essa con un particolare che la differenzia dall'originale:il 5 centesimi del 1913 "senza punto dopo la D di D'ITALIA". Com'è noto dei 5 centesimi 1913 esistono esemplari (i più rari della serie) che presentano un punto dopo la D (D'ITALIA) ed esemplari senza questo punto ( Pagani nn. 895 e 895a, Corpus 383 ). La contraffazione dei 5 centesimi 1913 senza punto si riconosce facilmente per la cifra 3 della data che appare rotonda mentre nella moneta originale è dritta come nella cifra 7. Altre differenze si notano nella cifra 5 dei valore ( il disegno è nettamen-te diverso), nel ramoscello di ulivo (in più parti interrotto), nelle due navi all'orizzonte, nell'orlo più stretto. Circa la tiratura non è possibile precisare quella che si riferisce a questa particolare variante, dovuta all'ostruzione del puntino; quella che riguarda l'intera emissione del 1913 fu di 1.964.066 pezzi. |
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