Lira del 1946 |
Occhio a quella ciocca... Viste le quotazioni mercantili raggiunte non meraviglia che qualcuno, sia pure tempo fa, abbia provveduto a coniare in proprio l'arancia da una lira, sia con millesimo 1946 che con data 1947. La falsa monetina del 1946, ed anche quella del 1947, secondo Gino Manfredini - che sull'intrigante argomento ha scritto un libro ( I falsi numismatici, 1981, edizioni La Numismatica, Brescia ) - si riconosce, al diritto, specialmente dal confronto dei nomi degli autori, molto diversi fra di loro, e anche dalla distanza del taglio del collo dal bordo circolare che è molto inferiore nell'esemplare di produzione fraudolenta. Non solo. "Sembra - avverte Manfredini - che il collo stesso si appoggi e schiacci la lettera R, iniziale di Romagnoli", l'autore del modello inciso da Pietro Giampaoli. Spostando lo sguardo verso l'alto,fino a raggiungere quindi le spighe di grano che ornano i capelli di Cerere, si nota immediatamente una forte differenza. Infatti , " i capelli a sinistra delle spighe formano delle onde differenti ", mentre nella produzione fraudolenta praticamente non si vede la piccola ciocca che " si stacca dai capelli e forma come una basetta davanti all'orecchio". Nel rovescio si presentano più sottili, rispetto alle dimensioni del pezzo originale, sia il rametto che i numeri adottati per scrivere 1946 ( oppure 1947 ) e 1 del nominale, mentre il rametto è " meno nodoso " e le foglie " hanno una nervatura diversa, l'arancia è meno rotonda e le porosità della buccia sono più sfumate".
Falsi della lira del 1946: nell'ingrandimento inferiore, corrispondente alla moneta falsa, si nota che il millesimo 1946 e il valore L. 1 sono più sottili e che la R, che sta ad indicare la Zecca di Roma, è di dimensioni maggiori.
Lira del 1946: e confronto la moneta originale e quella falsa. |
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